EREDITÀ: LA VARIABILE FISCALE NEL CASO DEL VECCHIO
di Angelo Ginex, Avvocato e Dottore di ricerca in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners
Per quanto possa sembrare una banalità, nel caso dei patrimoni rilevanti, ancor più per quelli con carattere di internazionalità, la mancata pianificazione successoria rappresenta un grave errore perché la variabile fiscale è in grado di impattare enormemente sugli eredi. Ecco cosa ci insegna il caso Del Vecchio.
Ancora prima del caso Berlusconi, è salita agli onori della cronaca la vicenda successoria legata all’eredità Del Vecchio, venuto a mancare nel 2022. Come noto, questi ha regolato la sua successione mediante testamento, prevedendo disposizioni anche a titolo di legato nonché a favore di soggetti estranei alla famiglia (ad esempio, l’assegnazione di azioni al manager Milleri come segno di riconoscenza per il lavoro svolto).
È proprio sul riparto delle imposte di successione tra gli eredi che sarebbero sorti notevoli contrasti. Non va dimenticato che gli eredi Del Vecchio hanno optato per l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. Si tratta di una procedura che limita la responsabilità degli eredi, i quali, operata una mappatura completa del patrimonio ereditario, sono chiamati a rispondere dei debiti del defunto soltanto nei limiti di quanto ricevuto per effetto della successione.
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