Il patrimonio digitale: una ricchezza nuova, spesso sottovalutata

Nell’era digitale, ciascuno di noi lascia una traccia fatta di dati, contenuti, accessi, archivi e informazioni che, nel loro insieme, formano un vero e proprio patrimonio. Si tratta di asset che non esistevano fino a pochi decenni fa, ma che oggi possono avere un valore economico, personale o professionale enorme. Basti pensare a fotografie e documenti conservati nel cloud, account social e professionali, archivi di lavoro, licenze software, wallet crypto, contenuti digitali acquistati o creati.
Il problema è che questo patrimonio non segue le stesse regole dei beni tradizionali. Le piattaforme digitali operano su base contrattuale, spesso al di fuori del diritto successorio nazionale, e l’accesso ai contenuti del defunto diventa talvolta impossibile anche per i familiari più stretti.

Dalla frammentazione normativa a un bisogno di certezza

Il quadro giuridico nell’ambito dell’eredità digitale è ancora frammentario. Le normative sulla privacy limitano l’accesso post mortem, i contratti delle piattaforme digitali impediscono spesso la trasmissione degli account e le criptovalute richiedono competenze tecniche e chiavi di accesso uniche.
Nei casi di decesso, gli eredi possono scontrarsi con problemi di natura sia legale sia tecnica: mancanza di password, mancanza di strumenti per verificare il contenuto dell’account, timore di commettere accesso abusivo. Tutto ciò crea un vuoto operativo che mette a rischio non solo la memoria digitale, ma anche la tutela economica del patrimonio.

Perché il trust è lo strumento ideale per governare la complessità digitale

Il trust consente di pianificare l’eredità digitale prima che diventi un problema, individuando un soggetto fiduciario, il trustee, autorizzato e istruito per accedere, gestire e conservare tali beni secondo la volontà del disponente.
A differenza del testamento tradizionale, che distribuisce beni ma non fornisce strumenti operativi per gestirli, il trust crea un vero e proprio “ecosistema di governance digitale”: stabilisce chi potrà accedere agli account, come dovranno essere custodite le password, quali contenuti mantenere e quali cancellare, come gestire eventuali attività digitali a carattere economico.
Questo approccio anticipa le criticità e garantisce un equilibrio tra tutela della privacy, esigenze familiari e continuità delle attività personali o professionali.

Il ruolo della giurisprudenza: segnali di apertura, ma non ancora una soluzione completa

In Italia si stanno affermando orientamenti favorevoli all’accesso ai dati digitali da parte degli eredi, ma tali interventi non costituiscono una disciplina organica. I giudici riconoscono il diritto degli eredi ad accedere ai contenuti del defunto quando esiste un interesse meritevole, ma il rischio di violare norme penali o contrattuali resta elevato senza una pianificazione preventiva.
Il trust, invece, mette al centro la volontà del titolare del patrimonio digitale e crea un sistema giuridico chiaro che riduce al minimo conflitti, incertezze e rischi di illecito.

Dai wallet crypto ai profili social: un unico strumento, molte soluzioni

Uno dei campi più delicati è quello delle criptovalute, dove l’accesso ai wallet è subordinato alla conoscenza delle chiavi private. Senza di esse, il patrimonio è perso per sempre.
Allo stesso modo, archivi digitali professionali, collezioni fotografiche, profili social o contenuti creativi possono avere un valore economico o reputazionale da tutelare.
Il trust permette di gestire autonomamente ciascuna categoria di beni, stabilendo regole diverse per beni diversi. Un trustee può essere istruito per accedere ai wallet, un altro per custodire gli archivi digitali, un altro ancora per curare la presenza online del disponente dopo la sua scomparsa.

Conclusione: una visione moderna che garantisce ordine, tutela e continuità

Il patrimonio digitale non può essere lasciato all’improvvisazione o affidato a strumenti pensati per un mondo analogico. Il trust rappresenta la risposta evolutiva a questa nuova complessità: unisce protezione, gestione e continuità in un unico quadro giuridico coerente.
Per le famiglie imprenditoriali, i professionisti, gli investitori e chiunque costruisca il proprio valore anche nel digitale, il trust non è solo uno strumento utile, ma una scelta di responsabilità verso il proprio patrimonio, verso i propri eredi e verso la propria identità digitale.

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