Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
L’art. 1815 del codice civile che prevede la non debenza di interessi in caso di usura nei mutui è applicabile a tutti i contratti bancari, compresi l’apertura di credito in conto corrente ed il leasing. È questo il principio affermato dalla Corte di Cassazione, con sentenza del 22 giugno 2016, n. 12965.
Nella pronuncia in commento, i Supremi Giudici hanno affermato che l’art. 1815 c.c. è norma applicabile a qualsiasi tipologia di contratto bancario che preveda la messa a disposizione di denaro dietro una remunerazione, compresa l’apertura di credito in conto corrente ed il leasing.
Ciò, sulla base della considerazione per la quale l’art. 1815 citato, il quale dispone che “il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante, salvo diversa volontà delle parti, e che, se sono pattuiti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”, non può considerarsi norma speciale applicabile esclusivamente ai contratti di mutuo.
In definitiva, quindi, secondo la Corte di Cassazione, la clausola contenuta in un contratto di conto corrente con apertura di credito che preveda l’applicazione di un tasso sugli interessi è nulla per contrarietà a norme imperative, in quanto tesa ad eludere il divieto di pattuire interessi usurari, previsto dall’art. 1815 c.c. per il mutuo, ma applicabile a qualsiasi rapporto di credito.
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