Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners
In tema di abuso del diritto, la rinuncia dei soci ad un ingente credito nei confronti della società senza alcun vantaggio effettivo, seguita dalla cessione delle quote nell’esercizio successivo ad un prezzo non congruo rispetto al loro valore senza alcun ritorno economico, rappresenta un’operazione antieconomica, priva di razionalità, a vantaggio esclusivo della società, che, in assenza della prova di valide ragioni extrafiscali dei contribuenti, comprova la sua finalità elusiva. È questo l’interessante principio sancito dalla Corte di Cassazione con sentenza 6 giugno 2019, n. 15321.
La vicenda muove dalla notifica di un avviso di accertamento ad una società, mediante il quale l’Amministrazione finanziaria, rifacendosi alle risultanze di un pvc, procedeva a contestare la mancata dichiarazione di sopravvenienze attive derivante dalla rinuncia di crediti verso la società da parte dei soci della stessa, la mancata dichiarazione di ricavi derivanti dalla sublocazione e dalla vendita di un immobile e l’indebita deduzione di componenti negativi.
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