Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
In materia tributaria, non costituisce acquiescenza, da parte del contribuente, l’aver chiesto ed ottenuto, senza alcuna riserva, la rateizzazione degli importi indicati nella cartella di pagamento, atteso che non può attribuirsi al puro e semplice riconoscimento d’essere tenuto al pagamento di un tributo, contenuto in atti della procedura di accertamento e di riscossione (denunce, adesioni, pagamenti, domande di rateizzazione o di altri benefici), l’effetto di precludere ogni contestazione in ordine all’an debeatur, salvo che non siano scaduti i termini di impugnazione e non possa considerarsi estinto il rapporto tributario. È questo l’interessante principio ribadito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 8 giugno 2018, n. 14945.
La vicenda trae origine dalla proposizione di un ricorso avverso una cartella di pagamento relativa a contributi dovuti al SSN per intervenuta prescrizione del credito, che veniva accolto dalla Commissione tributaria provinciale adita. La sentenza veniva appellata dall’Agente della riscossione, il quale contestava di essere stato erroneamente condannato al pagamento delle spese di lite con l’ente impositore, atteso che non gli si poteva attribuire alcuna responsabilità in merito all’avvenuta maturazione del termine prescrizionale.
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