di Angelo Ginex, Avvocato e Dottore di ricerca in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners
In tema di reati tributari, ove si proceda con rito abbreviato, sono inutilizzabili, ai fini della condanna dell’imputato per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti ex articolo 8 D.Lgs. 74/2000, le dichiarazioni autoaccusatorie da questi rese ai militari della Guardia di Finanza nel corso della perquisizione, se già raggiunto da indizi di reità, senza la necessaria spontaneità e assistenza di un difensore.
È questo il principio sancito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 2250 depositata ieri 20 gennaio, in conformità al consolidato orientamento ormai assestatosi in materia (cfr., Cass. Sent. n. 13917/2017; Cass. Sent. n. 47580/2016; Cass. Sent. n. 44829/2014).
La fattispecie in esame prende le mosse da una verifica fiscale compiuta dalla Guardia di Finanza, in funzione di polizia giudiziaria, nei confronti di un soggetto a carico del quale sussistevano già indizi di commissione del reato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti di cui all’articolo 8 D.Lgs. 74/2000.
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