di Angelo Ginex, Avvocato e Dottore di ricerca in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners
Nella pratica professionale si assiste sempre più frequentemente al disconoscimento, da parte dell’Amministrazione finanziaria, del credito d’imposta per le attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design (CIRSID).
Come noto, il credito d’imposta R&S, previsto nell’ambito del Piano Transizione 4.0 e finanziato con le risorse del P.N.R.R. (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), rappresenta una misura di incentivazione rivolta alle imprese residenti nel territorio nazionale con l’obiettivo di sostenere la competitività delle stesse, stimolando gli investimenti privati nei settori della ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.
Si tratta di una forma di agevolazione fiscale – attiva sin dall’anno 2015, con il D.M. 27.05.2015, e più volte rivisitata dalle successive Leggi di Bilancio – la quale, agendo in riduzione, mediante compensazione, sull’importo annuo complessivo dovuto a titolo di tassazione dalle imprese nazionali, permette loro di operare un significativo taglio alle imposte dovute e al contempo di rendersi più competitive e innovative sul mercato.
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