NIENTE SANZIONI IN CASO DI GIURISPRUDENZA DISCORDANTE

Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

In tema di sanzioni amministrative, la formazione di orientamenti giurisprudenziali discordanti rappresenta un fatto indice rivelatore di incertezza normativa oggettiva, come tale idoneo ad escludere l’irrogazione della sanzione ex articolo 10, comma 3, L. 212/2000, concretandosi in una situazione giuridica caratterizzata dalla impossibilità di individuare con sicurezza ed univocamente, al termine di un procedimento interpretativo metodicamente corretto, la norma giuridica sotto la quale effettuare la sussunzione del caso di specie. È questo il principio ribadito dalla Corte di Cassazione con ordinanza n. 11084 del 19.04.2019.

La vicenda trae origine da una prima controversia concernente una rendita catastale, la quale veniva definita con sentenza della Corte di Cassazione.

Nelle more del suddetto giudizio, con il passaggio di proprietà di tale immobile ad una nuova società venivano eseguite delle modifiche strutturali e mutata la rendita catastale, che veniva, successivamente, rettificata dall'Amministrazione finanziaria.

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LA NATURA DEL PEGNO DETERMINA LA SEQUESTRABILITÀ DEL CONTO CORRENTE

Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

In materia di reati tributari, la sequestrabilità dei conti correnti bancari, che risultino gravati da pegno, dipende dalla natura regolare o irregolare di quest’ultimo, la quale deve essere vagliata dal giudice facendo riferimento al contratto concluso fra il presunto evasore e l’istituto di credito. È questo l’interessante principio sancito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 16763 del 17.04.2019.

La vicenda trae origine dalla pronuncia di rigetto dell’appello proposto da un istituto di credito avverso l’ordinanza con cui il gip aveva negato la richiesta di revoca del sequestro preventivo di tre conti correnti, di un certificato di deposito e di alcune obbligazioni di un soggetto indagato per i reati di cui agli articoli 2 e 8 D.Lgs. 74/2000.

Detto ultimo provvedimento era, dunque, oggetto di ricorso per cassazione per plurimi profili di illegittimità tra i quali figurava, ai fini che qui rilevano, la violazione degli articoli 321 e 322-ter c.p.p., in relazione all'articolo 1851 cod. civ.

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LA DISERZIONE DEL CONTRADDITTORIO NON PREGIUDICA LA SOSPENSIONE DEI NOVANTA GIORNI

Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

In tema di accertamento con adesione, la sospensione del termine di impugnazione dell’atto impositivo continua ad operare anche in ipotesi di abbandono del contraddittorio con diserzione delle successive convocazioni, cessando solo in caso di formale ed irrevocabile rinuncia al procedimento di concordato. È questo il principio ribadito dalla Corte di Cassazione con ordinanza n. 8643 del 28.03.2019.

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso nei confronti di una società, a seguito di accesso sul luogo di lavoro, nel quale veniva contestata la fittizietà dei costi relativi ai lavori di ristrutturazione di immobili e, pertanto, seguiva una rideterminazione in aumento del reddito.

Prima che il contribuente impugnasse ritualmente l’atto presso la competente commissione tributaria provinciale, veniva presentata istanza di accertamento con adesione, la quale, ex lege, interrompe il decorso del termine di 60 giorni per presentare ricorso.

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LE GRAVI INCONGRUENZE MUTANO A SECONDA DEL SOGGETTO ACCERTATO

Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

In tema di accertamento mediante studi di settore, la nozione di grave incongruenza non ha rilevanza assoluta e ricavabile da soglie fisse di scostamento, ma ha natura relativa e mutevole a seconda dei plurimi fattori propri della singola situazione economica, del periodo di riferimento, della storia commerciale del contribuente accertato e del segmento di mercato in cui opera. È questo l’interessante principio sancito dalla Corte di Cassazione con ordinanza n. 8855 del 29.03.2019.

La vicenda muove dalla notifica di un avviso di accertamento mediante studi di settore ad una società, dovuto allo scostamento tra l’ammontare dei ricavi dichiarati e quelli derivanti dallo studio.

Detto atto impositivo era quindi oggetto di impugnazione dinanzi alla competente Commissione tributaria provinciale, ma non veniva annullato, nemmeno a seguito di appello, dai giudici di seconde cure, in quanto la contribuente non aveva fornito la prova contraria all'applicabilità nei suoi confronti degli studi di settore.

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DOCUMENTI UTILIZZABILI PER RITARDO NON IMPUTABILE AL CONTRIBUENTE

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

L'omessa esibizione dei documenti richiesti dall'Amministrazione finanziaria in sede amministrativa non causa la loro successiva inutilizzabilità in sede contenziosa da parte del contribuente, qualora costui provi di essersi ritrovato nella impossibilità di presentarli a causa di un ritardo nella consegna imputabile a un terzo. È questo il principio statuito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 28 marzo 2019, n. 8645.

La vicenda trae origine dalla notifica di un avviso di accertamento sintetico nei confronti di un soggetto che aveva effettuato dei finanziamenti ad una società, poi oggetto di rinuncia, con successivo aumento del capitale sociale.

Nella motivazione dell'atto impositivo, in particolare, si dava atto del ritardo con cui il contribuente aveva dato esecuzione alla richiesta di esibizione dei documenti attestanti il ruolo di mero fiduciario.

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ROTTAMAZIONE-TER E SALDO E STRALCIO PER CONTRIBUTI PREVIDENZIALI: CASSE PROFESSIONALI AL BIVIO

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

Dopo l'entrata in vigore degli articoli 3 D.L. 119/2018 e 1, commi 184 ss. L. 145/2018, riguardanti rispettivamente la definizione agevolata dei carichi affidati all'Agente della riscossione (c.d. Rottamazione-ter) e il saldo e stralcio per i soggetti che versano in grave e comprovata situazione di difficoltà economica, torna in voga una questione ormai nota e dibattuta: l'applicabilità della disciplina prevista dai predetti istituti deflattivi ai contributi dovuti dai professionisti alle proprie casse previdenziali.

Su questo piano, ogni cassa professionale sta agendo in maniera autonoma e difforme. Ad esempio, Cassa forense, dopo l’annuncio di voler presentare ricorso avverso la nuova disciplina, in quanto lesiva della sostenibilità finanziaria dell’Ente e incidente negativamente sul regime pensionistico dei propri iscritti, si è risolta nel consentire ai propri associati di accedere ai benefici fiscali.

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LE ISTRUZIONI DELL'ADE CIRCA LA REGOLARIZZAZIONE DELLE VIOLAZIONI FORMALI

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

Nell'alveo delle misure deflattive introdotte con la c.d. “pace fiscale” vi è un particolare istituto che contempla la possibilità della definizione agevolata delle violazioni formali, così come stabilito dall'articolo 9 D.L. 119/2018, convertito con modificazioni in L. 136/2018.

L'Agenzia delle Entrate, con provvedimento prot. n. 62274 del 15 marzo 2019, ha chiarito una parte dei dubbi applicativi che affliggevano questa fattispecie deflattiva, caratterizzata da una incerta formulazione normativa.

Come noto, la procedura de qua è finalizzata a regolarizzare, complessivamente per ciascun periodo d’imposta, le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze degli obblighi e adempimenti aventi “natura formale”.

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LA DEFINIZIONE DELLE LITI FISCALI E LE PRONUNCE SUCCESSIVE AL 24 OTTOBRE 2018

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

La definizione delle liti tributarie pendenti, introdotta con l'articolo 6 D.L. 119/2018 (convertito con modificazioni in L. 136/2018), ha portato ad una serie di problematiche di natura interpretativa, molto spesso dovute all'incerta formulazione del dato normativo.

In questa sede si approfondirà la questione relativa al rapporto fra la trattazione dei ricorsi notificati prima del 24 ottobre 2018 e l'eventuale possibilità di definire in via agevolata la lite all'esito del giudizio.

Un esempio potrà essere un'utile guida per comprendere meglio la problematica in commento. Un contribuente decide, prima del 24 ottobre 2018, di proporre un ricorso avverso un atto impositivo ...

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LITI PENDENTI CON GLI ENTI LOCALI DEFINIBILI CON OPPORTUNI ADATTAMENTI

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

Come ormai noto, l'articolo 6 D.L. 119/2018, convertito con L. 136/2018, ha disciplinato la definizione agevolata delle liti fiscali pendenti, nell'intento di deflazione il carico giudiziario e perseguire l'obiettivo della “pace fiscale”.

In particolare, l’articolo 6, comma 16, del decreto citato estende l'istituto anche agli enti locali, statuendo che: «Ciascun ente territoriale può stabilire, entro il 31 marzo 2019 (cadendo di domenica, il termine è stato prorogato al 1° aprile 2019, n.d.r.) con le forme previste per l’adozione dei propri atti, l’applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo alle controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte il medesimo ente».

Ciò posto, l'estensione dell’istituto deflattivo agli enti locali non è agevole, in quanto la sua applicazione posteriore potrebbe entrare in conflitto con alcuni termini processuali, non suscettibili di deroga per via regolamentare.

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LA SORTE DELLE MISURE CAUTELARI E DEGLI ATTI ESECUTIVI POST PACE FISCALE

Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario

Una tematica di notevole spessore pratico riguarda la sorte delle misure cautelari e degli atti dell'esecuzione forzata in rapporto al regolare perfezionamento delle procedure di definizione agevolata degli avvisi di accertamento e delle liti fiscali pendenti di cui agli articoli 2 e 6 D.L. 119/2018.

Nello specifico, appare d'uopo valutare sia il preciso momento di perfezionamento della fattispecie deflattiva, sia gli effetti che da essa riverberano.

Per quanto concerne il primo punto, occorre distinguere quanto segue ...

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