QUESTIONI DEDUCIBILI IN SEDE DI IMPUGNAZIONE DEL SEQUESTRO PREVENTIVO

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

In tema di reati tributari, l’articolo 12-bis, D.Lgs. 74/2000, nel contemplare la confisca e il sequestro preventivo ad essa finalizzato, stabilisce che tale provvedimento possa avere ad oggetto i beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato; e, in mancanza di questi, i beni nella disponibilità del reo, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto.

Tra i requisiti prescritti dall’articolo 321 c.p.p.(rubricato “Oggetto del sequestro preventivo) vi è il “pericolo” che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso, ovvero agevolare la commissione di altri reati. Tale circostanza deve essere adeguatamente motivata, ai fini della legittimità del provvedimento cautelare.

Sul punto, è intervenuta più volte la giurisprudenza di legittimità al fine di chiarire che, nel caso di sequestro preventivo finalizzato alla confisca ex articolo 240 c.p., la motivazione del periculum in mora è apparente e viziata, laddove si affermi che la disponibilità del ricorrente...

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


UNIFORMATI I PROFILI PROCEDIMENTALI DEL NUOVO INTERPELLO A PAGAMENTO

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

La riforma fiscale operata con il D.Lgs. 219/2023, in attuazione delle prescrizioni contenute nella relativa Legge delega (L. 111/2023), ha modificato interamente la disciplina dell’interpello prevista nello Statuto dei diritti del contribuente (articolo 11, L. 212/2000).

Le suddette modificheentrate in vigore lo scorso 18.1.2024, hanno cambiato profondamente tale istituto, in quanto sono intervenute, oltre che sulle tipologie di interpello, soprattutto sui profili procedimentali. Nello specifico, al fine di operare una razionalizzazione e riduzione della disciplina previgente, il procedimento di interpello è stato reso uniforme per tutte le diverse tipologie di interpello, per cui ora non sussistono più differenze.

Si è già detto che il legislatore ha introdotto, per la prima volta, la necessità di procedere al versamento di un contributo, al fine di ottenere risposta all’istanza di interpello, la cui misura sarà determinata in funzione della tipologia di contribuente, del valore...

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


RICORSO IN CASSAZIONE PER VIOLAZIONE DI CIRCOLARI DELL’AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

Le sentenze pronunciate dalle Corti di giustizia tributaria di secondo grado sono impugnabili innanzi alla Corte di cassazione ai sensi dell’articolo 62, D.Lgs. 546/1992, il quale prevede la proponibilità del ricorso per tutti i “motivi” elencati nell’articolo 360 c.p.c.e l’applicabilità delle norme del codice di procedura civile.

In via generale, la disciplina del ricorso per cassazione in materia tributaria non diverge da quella ordinaria, salvo talune peculiarità. La suprema Corte è un giudice la cui funzione fondamentale è quella “nomofilattica”, per cui non può, di regola, decidere la causa nel merito. Essa può solo annullare la sentenza e rinviare la causa al giudice di merito, oppure può cassare senza rinvio la pronuncia gravata. La decisione nel merito costituisce un’eccezione.

Con specifico riferimento ai “motivi” di impugnazione, occorre evidenziare che il ricorso per cassazione è un mezzo di impugnazione a critica vincolata, in quanto esso è proponibile soltanto per i motivi di ricorso tassativamente previsti dall’articolo 360, comma 1, c.p.c.

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


ISPEZIONE FISCALE CONSEGUENTE A DENUNCIA ANONIMA

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

L’attività istruttoria ha la finalità di indagare per acquisire la conoscenza dei fatti rilevanti ai fini dell’esercizio della funzione impositiva. L’obiettivo è portare alla luce pratiche di evasione fiscale, operazioni elusive e, più in generale, la falsità di una dichiarazione fiscale o, addirittura, la sua omissione.

L’esercizio di tale attività non è prerogativa esclusiva dell’Agenzia delle entrate, come nel caso dell’emissione dell’avviso di accertamento, potendo essere condotta anche dal Corpo della Guardia di finanza nell’esercizio dell’attività di polizia giudiziaria.

Ai verificatori fiscali competono tutti i poteri di accesso, ispezione e verifica previsti dall’articolo 33, D.P.R. 600/1973 e dall’articolo 52, D.P.R. 633/1972, ai quali fanno da contraltare i diritti e le garanzie dei contribuenti sottoposti a verifica fiscale di cui all’articolo 12, L. 212/2000, così come recentemente modificato dal D.Lgs. 219/2023 (c.d. Statuto dei diritti del contribuente).

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


ISPEZIONE FISCALE CONSEGUENTE A DENUNCIA ANONIMA

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

L’attività istruttoria ha la finalità di indagare per acquisire la conoscenza dei fatti rilevanti ai fini dell’esercizio della funzione impositiva. L’obiettivo è portare alla luce pratiche di evasione fiscale, operazioni elusive e, più in generale, la falsità di una dichiarazione fiscale o, addirittura, la sua omissione.

L’esercizio di tale attività non è prerogativa esclusiva dell’Agenzia delle entrate, come nel caso dell’emissione dell’avviso di accertamento, potendo essere condotta anche dal Corpo della Guardia di finanza nell’esercizio dell’attività di polizia giudiziaria.

Ai verificatori fiscali competono tutti i poteri di accesso, ispezione e verifica previsti dall’articolo 33, D.P.R. 600/1973 e dall’articolo 52, D.P.R. 633/1972, ai quali fanno da contraltare i diritti e le garanzie dei contribuenti sottoposti a verifica fiscale di cui all’articolo 12, L. 212/2000, così come recentemente modificato dal D.Lgs. 219/2023 (c.d. Statuto dei diritti del contribuente).

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


NOTIFICA AGLI EX SOCI DELL’ATTO IMPOSITIVO INTESTATO ALLA SOCIETÀ

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

Il tema dell’estinzione di società e, soprattutto, delle conseguenze sulla intestazione e notifica degli atti impositivi, impegna da molti anni la Corte di Cassazione, la quale è intervenuta, in più occasioni, per cercare di chiarire la corretta interpretazione delle norme di legge in materia.

La disciplina di riferimento è contenuta nell’articolo 2495 cod. civ. (ai fini civilistici) e nell’articolo 36, D.P.R. 602/1973 (ai fini tributari), così come modificato dall’articolo 28, D.Lgs. 175/2014in vigore dal 13.12.2014. In conseguenza delle modifiche intervenute:

per le cancellazioni richieste sino al 12.12.2014, la cancellazione dal registro delle imprese comporta “immediatamente” l’estinzione della società, con la conseguenza che l’ente estinto perde la personalità e/o soggettività giuridica;

per le cancellazioni richieste dal 13.12.2014, la richiesta di cancellazione dal registro delle imprese comporta sempre l’estinzione della società, ma gli effetti della stessa sono sospesi, ai fini fiscali, per un periodo di 5 anni decorrenti proprio da tale richiesta.

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


CONSULTAZIONE SEMPLIFICATA ALLA PROVA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

Con l’entrata in vigore lo scorso 18.1.2024 dell’articolo 10-octiese dell’articolo 10-nonies, introdotti nell’impianto normativo dello Statuto del contribuente (L. 212/2000) ad opera del D.Lgs. 219/2023, attuativo della legge delega per la riforma fiscale (L. 111/2023), hanno debuttato nel nostro ordinamento giuridico due nuovi istituti: si tratta, rispettivamente, della consulenza giuridica e della consultazione semplificata.

L’articolo 10-octies, L. 212/2000, si pone la finalità di introdurre nel nostro ordinamento giuridico la disciplina della consulenza giuridica, ovvero dell’attività interpretativa svolta dall’Amministrazione finanziaria e finalizzata all’individuazione del corretto trattamento fiscale di fattispecie riferite a problematiche di carattere generale, che non riguardano singoli contribuenti.

Ciò significa che l’istituto della consulenza giuridica non può mai tradursi in un interpello generalizzato. Infatti, al comma 1, della disposizione citata, è espressamente previsto che i soggetti legittimati alla presentazione di istanze di consulenza giuridica sono...

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


RIFORMA FISCALE: PECULIARITÀ DEL NUOVO INTERPELLO “A PAGAMENTO”

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

La disciplina dell’interpello, contenuta nell’articolo 11, L. 212/2000, è stata interamente sostituita dal D.Lgs. 219/2023, che - come noto - ha apportato rilevanti modifiche, entrate in vigore lo scorso 18.1.2024, allo Statuto dei diritti del contribuente, al fine di dare attuazione alle previsioni della Legge delega per la riforma fiscale (L. 111/2023), che ne ha disposto, oltre che una razionalizzazione, anche una riduzione.

In particolare, è ora previsto che il contribuente possa interpellare l’Amministrazione finanziaria al fine di ottenere una risposta riguardante una fattispecie concreta e personale relativamente alla: applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla loro corretta interpretazione (c.d. interpello interpretativo); corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie ad esse applicabili (c.d. interpello qualificatorio); disciplina dell’abuso del diritto in relazione a una specifica fattispecie (c.d. interpello antiabuso) ...

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


RIFORMA FISCALE: DEBUTTO PER L’AUTOTUTELA OBBLIGATORIA

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

Tra le importanti modifiche allo Statuto dei diritti dei contribuenti (L. 212/2000) introdotte dal D.Lgs. 219/2023, attuativo della legge delega fiscale (L. 111/2023) e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3.1.2024, vi è l’istituto dell’autotutela.

La novella, mediante l’introduzione dell’articolo 10-quatere dell’articolo 10-quinquiesnella L. 212/2000, entrati in vigore lo scorso 18.1.2024, ha previsto, per la prima volta, che l’esercizio del potere di autotutela possa essere, oltre che facoltativo, anche obbligatorio.

Innanzitutto, occorre precisare che l’ambito applicativo di tale istituto è vasto, giacché l’autotutela può avere ad oggetto tutti gli atti caratterizzati da una pretesa impositiva, nonché quelli destinati ad incidere negativamente sulla sfera giuridica del contribuente (es. comunicazione di irregolarità, avviso di accertamento, atto di contestazione, rigetto di istanza di rimborso).

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata


CRITERIO SOSTANZIALE ALLA BASE DELLA SPECIFICITÀ DEI MOTIVI DI APPELLO

di Angelo Ginex, Avvocato, Ph.D. in Diritto Tributario, TEP e Family Officer, Studio Legale Tributario Ginex & Partners

Nel processo tributario, il ricorso in appello deve contenere: l’indicazione della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado a cui è diretto; le generalità dell’appellante e delle altre parti nei cui confronti è proposto; gli estremi della sentenza impugnata; l’esposizione sommaria dei fatti; l’oggetto della domanda; i motivi specifici dell’impugnazione.

Tale disposizione normativa, contenuta nell’articolo 53, D.Lgs. 546/1992, rubricato “Forma dell’appello”, ha suscitato un ampio dibattito, soprattutto nella pratica giurisprudenziale, sul tema della specificità dei motivi di appello, e cioè di quali caratteristiche devono essere soddisfatte, affinché si possa ritenere che i motivi dell’impugnazione siano specifici, così come richiesto dalla legge.

Per leggere l’articolo completo scarica il PDF

© Riproduzione riservata