NON SEMPRE È SIMULATA LA DONAZIONE SEGUITA DALLA RIVENDITA
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
Non è sempre elusiva la donazione di un bene immobile ai figli seguita dalla rivendita, dacché, trattandosi di rapporti patrimoniali tra genitori e figli, assume rilievo preminente il profilo della libertà di pianificazione successoria, nonché la circostanza che nulla impone al contribuente di optare, nell'esercizio della propria attività negoziale, per la soluzione più onerosa sul piano fiscale. È questo l’interessante principio ribadito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 28 giugno 2018, n. 17128.
La vicenda trae origine dalla notifica di due avvisi di accertamento ai fini Irpef con cui l’Agenzia delle Entrate contestava al contribuente il possesso di redditi derivanti dalla vendita di quote di terreno agricolo che in pari data erano state donate ai figli.
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CONTRIBUENTE SOTTO LA SCURE DEL SEQUESTRO ANCHE SE HA CONCLUSO UN ACCORDO
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
La conclusione di un accordo con l’Amministrazione finanziaria o l’accesso ad un piano di rateizzazione per il pagamento del debito d’imposta costituente il profitto di un reato tributario non osta alla disposizione di una misura cautelare reale preordinata alla confisca, anche per equivalente, di entità pari a quella degli importi non ancora corrisposti ovvero limitatamente alle rate non ancora versate. È questo il principio sancito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 21.06.2018, n. 28745.
La vicenda trae origine dalla disposizione di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, in conseguenza della commissione dei reati tributari di omesso versamento dell’Iva e dell’omesso versamento di ritenute alla fonte, di cui agli articoli 10-bis e 10-ter D.Lgs. 74/2000.
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REDDITOMETRO IN STAND-BY CON IL DECRETO DIGNITÀ
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
Il D.L. 87/2018, rubricato “Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 2018, introduce importanti misure in materia di semplificazione fiscale e per il contrasto alla delocalizzazione produttiva finanziata con aiuti pubblici anche sotto forma di agevolazioni fiscali.
Con riferimento alle prime, si evidenziano segnatamente le interessanti novità in materia di redditometro, le quali, ancorché abbiano deluso le aspettative non disponendone ufficialmente l’abrogazione, lo rendono comunque, di fatto, non operativo, seppur limitatamente ai controlli ancora da eseguire sul periodo di imposta 2016 e sui successivi.
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DAZI SUPPLEMENTARI UE SULLE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI USA
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
Alla recente introduzione da parte degli USA dei dazi doganali per le importazioni di acciaio e di alluminio da Europa, Canada e Messico è seguita tempestivamente la risposta decisa di Bruxelles, dove la Commissione europea ha adottato la regolamentazione con cui si prevedono dazi supplementari in caso di importazione di una lista di prodotti USA, per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro.
La Commissaria al Commercio UE Cecilia Malmstrom ha dichiarato quanto segue: “Non avremmo voluto trovarci in questa situazione. Tuttavia, la decisione unilaterale ed ingiustificata degli Stati Uniti di imporre dazi su acciaio e alluminio provenienti dall’UE non ci lascia altra scelta. Le regole del commercio internazionale, che abbiamo elaborato nel corso degli anni insieme ai nostri partner americani, non possono essere violate senza alcuna reazione da parte nostra. La nostra risposta è misurata, proporzionata e pienamente in linea con le norme dell’OMC”.
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FATTURE FALSE E ALTRI ARTIFICI: PREVISTO IL CONCORSO FRA REATI
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
In tema di reati tributari, laddove nella stessa dichiarazione annuale siano indicate differenti tipologie di elementi passivi fittizi, sulla base dell’annotazione di fatture per operazioni inesistenti e dell’impiego di altri documenti diversamente rappresentativi di una falsa realtà contabile, i delitti di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti e di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici concorrono, in quanto la clausola di salvaguardia contenuta nell’articolo 3 D.Lgs. 74/2000 ha la funzione di connotare tale fattispecie dell’ulteriore elemento differenziale dato dalla necessità che i mezzi fraudolenti siano diversi da documenti attestanti operazioni inesistenti, non potendo determinare l’assorbimento di tale reato in quello previsto dall’articolo 2 dello stesso decreto. È questo il principio sancito dalla Corte di Cassazione con sentenza 25 maggio 2018, n. 23616.
La fattispecie disaminata dalla Suprema Corte trae origine dalla condanna di un soggetto, amministratore di fatto di una S.r.l., alla pena della reclusione, da parte della Corte d’appello di Trento, per aver commesso i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale e i reati di esposizione di elementi passivi fittizi attraverso l’annotazione di operazioni inesistenti sia mediante fatture fittizie sia tramite altri raggiri, relativamente ad una dichiarazione Iva.
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PRECLUSIONE PROBATORIA: LA CASSAZIONE FISSA I LIMITI
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
Ai fini dell’operatività della preclusione probatoria relativa al documento non esibito in sede di controllo, è necessario sia che l’Amministrazione finanziaria abbia espressamente e specificatamente richiesto il documento del quale lamenta l’inutilizzabilità, sia che lo stesso, al momento della richiesta, non fosse già nella sua disponibilità. È questo il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione con ordinanza 22 giugno 2018, n. 16548.
La fattispecie trae origine dalla vittoriosa impugnazione dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Milano di due avvisi di accertamento sintetici relativi agli anni d’imposta 2004 e 2005, emessi all’esito dell’invio di un questionario e della produzione di documentazione da parte del contribuente. L’Agenzia delle Entrate proponeva appello, che veniva accolto dalla Commissione tributaria regionale della Lombardia.
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LA CORTE COSTITUZIONALE SDOGANA L'OPPOSIZIONE ALL'ESECUZIONE
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
La Corte Costituzionale, con la recentissima sentenza 31 maggio 2018, n. 114, è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell’articolo 57, comma 1, D.P.R. 602/1973, in riferimento agli articoli 24 e 113 Cost., laddove denegherebbe giustizia ai contribuenti ritenendo inammissibili le opposizioni di cui agli articoli 615 e 617 c.p.c., in caso di pignoramento dell’Agente della riscossione.
Il vaglio demandato alla Consulta muove dalle plurime ordinanze di rimessione emesse dai giudici a quibus dei tribunali di Sulmona e Trieste, nelle quali essi hanno denunciato la lesione del diritto di difesa e del principio di tutela giurisdizionale contro gli atti della pubblica amministrazione, in quanto, da un lato, si impedirebbe al contribuente di esercitare ogni possibilità di difesa e, dall’altro lato, si limiterebbe la tutela ad una determinata categoria di atti della Pubblica Amministrazione, impedendo dunque una tutela generalizzata contro gli atti dell’esecuzione.
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LA RATEIZZAZIONE DEL DEBITO NON PRECLUDE L'IMPUGNAZIONE
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
In materia tributaria, non costituisce acquiescenza, da parte del contribuente, l’aver chiesto ed ottenuto, senza alcuna riserva, la rateizzazione degli importi indicati nella cartella di pagamento, atteso che non può attribuirsi al puro e semplice riconoscimento d’essere tenuto al pagamento di un tributo, contenuto in atti della procedura di accertamento e di riscossione (denunce, adesioni, pagamenti, domande di rateizzazione o di altri benefici), l’effetto di precludere ogni contestazione in ordine all’an debeatur, salvo che non siano scaduti i termini di impugnazione e non possa considerarsi estinto il rapporto tributario. È questo l’interessante principio ribadito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 8 giugno 2018, n. 14945.
La vicenda trae origine dalla proposizione di un ricorso avverso una cartella di pagamento relativa a contributi dovuti al SSN per intervenuta prescrizione del credito, che veniva accolto dalla Commissione tributaria provinciale adita. La sentenza veniva appellata dall’Agente della riscossione, il quale contestava di essere stato erroneamente condannato al pagamento delle spese di lite con l’ente impositore, atteso che non gli si poteva attribuire alcuna responsabilità in merito all’avvenuta maturazione del termine prescrizionale.
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NULLO IL PIGNORAMENTO EFFETTUATO FUORI DALL'AMBITO DI COMPETENZA
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
In tema di riscossione coattiva, l’Agente della Riscossione non può procedere con l’espropriazione forzata fuori dal proprio ambito territoriale di competenza, ma deve delegarne in via telematica uno competente in detto territorio. È questo il principio di diritto sancito dalla Corte di Cassazione con ordinanza 4 maggio 2018, n. 10701.
La vicenda trae origine da un duplice provvedimento di rigetto avverso l’impugnazione di un atto di pignoramento presso terzi eseguito dall’Agente della Riscossione nei confronti di un contribuente fuori dal proprio territorio di competenza, in spregio all’articolo 46 D.P.R. 602/1973, e basato su cartelle di pagamento mai notificate.
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LIBERO ACCESSO ALLE INFORMAZIONI ANTIRICICLAGGIO PER IL FISCO
Di Angelo Ginex, Dottorando di ricerca in Diritto Tributario e Avvocato, Ginex & Partners Studio Legale Tributario
Il legislatore, mediante il D.Lgs. 60/2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5 giugno 2018 ed entrato in vigore il 6 giugno 2018, ha inteso apporre importanti integrazioni e modifiche alla disciplina relativa alle modalità di accesso alle informazioni necessarie per le indagini antiriciclaggio.
Con tale riforma, riguardante nello specifico l’articolo 3, comma 3, D.Lgs. 29/2014, sono stati perseguiti gli obiettivi di semplificazione e potenziamento delle attribuzioni e dei poteri dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza in tema di controlli antiriciclaggio.
Più precisamente, la ratio sottesa alla novella in analisi muove dalla necessità di rendere più ampio ed efficiente il sistema dei servizi di collegamento, i quali permettono lo scambio di informazioni e la collaborazione amministrativa nel settore fiscale.
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